E&P 2023, 47 (6) novembre-dicembre Suppl. 3

Esposizione di lungo periodo all’inquinamento atmosferico e mortalità naturale: variazioni legate all’utilizzo di diversi indicatori di esposizione nelle coorti del progetto BIGEPI

Andrea Ranzi, Simone Giannini, Federica Nobile, Nicola Caranci, Valentina Adorno, Claudio Gariazzo, Sara Maio, Giovanni Viegi, Nicolas Zengarini, Maria Serinelli, Ida Galise, Lucia Bisceglia, Paola Michelozzi, Massimo Stafoggia, Gruppo Collaborativo BIGEPI

Obiettivi: la corretta valutazione dell’esposizione a inquinamento atmosferico è determinante nella stima degli effetti avversi sulla salute umana, sia a breve sia a lungo termine. Nell’ambito del progetto BIGEPI, sono stati testati diversi indicatori di esposizione di lungo periodo a inquinamento atmosferico, in associazione con la mortalità per causa, negli studi longitudinali metropolitani (SLM) italiani. Questo ha permesso una valutazione delle differenze nelle stime di effetto utilizzando i diversi indicatori di esposizione.
Disegno: coorte chiusa.
Setting e partecipanti: soggetti con età ≥30 anni, censiti e residenti al 2011 in 5 città (Torino, Bologna, Roma, Brindisi, Taranto).
Principali misure di outcome: i livelli di esposizione residenziale al particolato ≤10 μm (PM10), PM ≤2,5 μm (PM2,5), biossido di azoto (NO2) e ozono (O3) per il periodo aprilesettembre (O3 stagione calda) sono stati ricavati da modelli di stima degli inquinanti a diversa risoluzione spaziale, da 1x1km a 200x200m (ricavati dal progetto BEEP) fino a 100x100m (progetto ELAPSE); inoltre, in ogni realtà sono stati utilizzati modelli sviluppati a livello locale (modello fotochimico FARM a 1x1 km per le città di Roma, Taranto e Brindisi, modello Land-Use Regression (LUR) per la città di Torino, modello PESCO per Bologna). Sono stati applicati modelli a rischi proporzionali di Cox per valutare l’associazione tra esposizione a inquinamento atmosferico (valutata con i diversi indicatori di esposizione) e mortalità naturale, aggiustando le stime per covariate sia individuali sia di area.
Risultati: i livelli di esposizione ottenuti dai diversi modelli variano, fra gli inquinanti considerati, con differenze tra le medie comprese tra 3 e 20% per il PM10, tra 1 e 23% per il PM2,5, tra 3 e 28% per l’NO2; per l’O3 i risultati sono più eterogenei. Sono stati osservati 267.350 decessi per cause naturali. Le stime di effetto calcolate a partire da diversi modelli ambientali presentano una bassa eterogeneità per inquinante e città, a fronte di una variabilità maggiore nei valori medi di esposizione. Le differenze sono più marcate laddove i fattori di rischio locali sono rilevanti, per esempio nelle città industriali, suggerendo quindi la necessità di considerare l’esposizione industriale a parte rispetto alle concentrazioni complessive.
Conclusioni: le numerose eterogeneità nei dati utilizzati rendono difficili le conclusioni sui confronti indagati. Questo studio suggerisce di valutare approcci differenti per la valutazione dell’esposizione ambientale, a seconda che si voglia indagare il livello nazionale o soffermarsi su un livello locale, anche in funzione delle peculiarità delle aree indagate.