Prendendo spunto da un numero monografico della rivista Semicerchio dedicato alla poesia del lavoro, pubblicato nel 2013, Franco Carnevale propone una crestomazia della poesia italiana sullo stesso tema. Crestomazia, e non antologia, poiché si delinea – sulla scia di uno scritto di Giacomo Leopardi del 1828 – non tanto una raccolta dei brani più belli, quanto un insieme di testi poetici utili al lettore per approfondire la propria conoscenza sull’argomento. Seguendo un ordine cronologico di massima, si parte da una “preistoria” letteraria, dove lo scenario è dominato dai lavoratori dei campi, per poi passare alla prima rivoluzione industriale, durante la quale si affacciano allo scenario letterario anche borghesi e politici che denunciano le condizioni di miseria e sfruttamento dei lavoratori. Nel ventennio fascista il tema del lavoro è a servizio della propaganda politica, mentre nel secondo dopoguerra il passaggio dalla ricostruzione al boom economico è vissuto in maniera conflittuale: i letterati si sentono impotenti, incapaci di penetrare a fondo nelle vite dei lavoratori, e i testi sono sempre mediati da ideologie. Giunge poi a maturazione la figura del poeta-operaio, che racconta in prima persona il proprio disagio, che soffre l’alienazione, ma cerca di controllarla, che vuole insegnare agli altri il proprio mestiere. Si arriva poi ai giorni nostri, con tematiche nuove, come la precarietà del lavoro, l’aumentata scolarità, i lavoratori (o aspiranti tali) migranti. Non si tiene qui conto del confine tra poesia e non poesia, in quanto è data maggior importanza alle tematiche toccate, all’effetto catartico della poesia per i lavoratori, soprattutto negli ultimi periodi, rimanendo fedeli alla scelta di denominare questa raccolta “crestomazia”.

Photogallery con le opere selezionate da Franco Carnevale

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