Il piano nazionale della prevenzione 2014-2018, in accordo con il WHO-Europe Action Plan NCD 2016-2020, inserisce l’ambiente di lavoro tra i setting in cui bisogna agire in modo più efficace e incisivo per ridurre il carico prevenibile di malattie non trasmissibili. I luoghi di lavoro rappresentano, infatti, un contesto privilegiato per la promozione di stili di vita salutari, poiché consentono di raggiungere un gran numero di persone adulte nell’ambiente in cui trascorrono buona parte della giornata.

Di conseguenza, gli interventi negli ambienti di lavoro rappresentano una sfida con cui dovranno confrontarsi necessariamente i Piani regionali per la prevenzione 2014-2018.

Anche il D.Lgs. 81/08, il cosiddetto Testo unico sulla salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, valorizza un sistema di promozione della salute e sicurezza dei lavoratori con la collaborazione dei soggetti istituzionali e delle parti sociali.

I dati della sorveglianza PASSI mostrano che, tra i lavoratori, la prevalenza dei principali fattori di rischio comportamentali (fumo di sigaretta, consumo di alcol a maggior rischio, obesità, sedentarietà) è differente per settore e tipologia di mansione svolta.

I dati relativi alla mansione e al settore sono disponibili per il periodo 2010-2013 per le 17 su 21 Regioni/Province autonome che hanno aderito al modulo opzionale sulla sicurezza sul lavoro (Piemonte, Valle d’Aosta, ASL lombarde, PA di Trento, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sardegna), per un totale di oltre 59.300 interviste. Dal 2014 queste informazioni vengono rilevate per tutte le Regioni italiane.

Dai dati PASSI emerge che i lavoratori che svolgono un’attività prevalentemente manuale sono in generale i più svantaggiati in termini di fattori di rischio comportamentali: fra loro è più frequente la quota di fumatori, di consumatori di alcol a maggior rischio e di persone in sovrappeso e/o obese rispetto a quanto si osserva fra gli occupati che svolgono attività di tipo impiegatizio, esecutivo o dirigenziale (figura 1).

Le analisi dettagliate per settore e mansione mettono in evidenza che l’abitudine tabagica è maggiore tra le persone impiegate nell’edilizia (42%), nei trasporti (37%) e nell’industria metalmeccanica (36%).

La percentuale di persone che consumano alcol in modo potenzialmente rischioso per la salute è maggiore tra i lavoratori dell’edilizia (24%) e della metalmeccanica (22%).

La sedentarietà è più frequente tra i commercianti (37%), i conducenti (34%) e i collaboratori domestici (32%)... Accedi per continuare la lettura

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