Giacomo Mottura, «L’ammalato per contratto di lavoro», Cultura e Realtà 1950, 1, 69-90. Per scaricare l'intero articolo clicca qui.

«L'articolo è molto interessante (...) perché, con realistica crudezza, vengono messe in luce le manchevolezze della nostra legislazione contro la silicosi, la quale si è preoccupata assai più di salvaguardare i datori di lavoro dagli oneri delle cause per responsabilità civile, assicurando obbligatoriamente la silicosi, che la salute degli operai delle industrie silicotigene». 

Con queste parole Enrico Vigliani, il più importante medico del lavoro italiano, segnalava su La Medicina del Lavoro (1950, 41, p.317) il saggio non scientifico ma di «evidente polemica politico-sociale» dedicato alla silicosi scritto da Giacomo Mottura, già noto anatomopatologo e accademico torinese (1906-1990).L’articolo, dall’incisivo titolo «L’ammalato per contratto di lavoro», appare su Cultura e Realtà nel 1950. Non ebbe la dovuta diffusione allora, né in seguito, ma è uno scritto importante e per questo merita di essere ripubblicato non solo come documento storico, ma per almeno due motivi che possono essere invocati anche come attuali: 

per la ricostruzione puntuale, argomentata delle acquisizioni scientifiche della nosografia della silicosi, concettualmente e agli effetti pratici non meno importante dei danni correlati con l’amianto; per la appassionata denuncia dell’uso perverso di una particolare concezione di malattia professionale indennizzabile, quella secondo la quale, argomenta abbondantemente Mottura, «l'indennizzo di invalidità … “sana” il fallimento della prevenzione».

Dal 1936, e per oltre un ventennio, Mottura ha coltivato intensamente gli aspetti scientifici della silicosi (e dell’asbestosi) con memorabili contributi capaci di definire la patologia dell’apparato respiratorio da accumulo di polveri inorganiche e anche alcuni aspetti della loro patogenesi. Tra questi ultimi, ricordiamo le ricerche sui meccanismi di insorgenza e sviluppo della silicosi finanziate «con una certa larghezza dalla CECA» e a cui dal 1956 al 1958 aveva collaborato anche Renzo Tomatis che annota: 

«Confidavamo di poter ricostruire il cammino della polvere … Con la spontaneità dei non iniziati mi ero chiesto se valeva la pena di studiare i meccanismi di una malattia della quale la causa era ben nota e che si poteva prevenire evitando di esserne esposti … La silicosi stava diventando una malattia immunitaria e questo non sembrava dispiacere a chi dal  Lussemburgo decideva sui finanziamenti»... Accedi per continuare la lettura

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